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È Arrivata Olaf La Calopsitta: Prime Impressioni e Consigli

Olaf La Calopsitta

Ebbene, alla fine il momento tanto atteso è giunto: Olaf è finalmente a casa con noi già dal 30 novembre 2017!

Nel’immagine sopra ve lo presentiamo in tutta la sua bellezza 😉 Facendo due conti ora dovrebbe avere circa due mesi e mezzo (approssimativamente).

Dovrebbe essere un “Lui” ma per il momento, non se ne può avere ancora la certezza assoluta, dato che bisognerà aspettare che faccia la sua prima muta.

Prime Impressioni e Accortezze

Vi avevamo già accennato come lo avremmo preso “a quasi” fine svezzamento. Tra una cosa e l’altra il pullo era già  svezzato e pronto per mangiare semi e altro.  Nonostante ciò, il negoziante ci ha comunque voluto fornire di tutto il necessario, qualora una volta a casa, il pappagallo desiderasse essere ancora imboccato.

A quanto pare, non è strano che per questo tipo di pappagallo, nel momento in cui venga trasferito da un luogo all’altro (sia in riferimento alla gabbia in sé che all’ambiente che lo circonda), in un certo senso si presenti il rischio che possa “regredire”.

Ma con noi non è successo, infatti Olaf ha da subito mangiato un mix di semi specifico per calopsitte (o calopsiti), dei sali minerali e per finire, del pastone. A questo proposito in seguito, vi aggiungerò i nuovi arrivi presenti ora nella sua bella casetta 🙂

Se vi ricordate in un post precedente, vi ho accennato di come imboccare un pullo potesse significare, in un certo senso, instaurare un tipo di legame più profondo con l’animale.

Come ho già detto prima, nel nostro caso Olaf non ha manifestato nessuno bisogno di essere imboccato, anche nel caso in cui gli preparavamo la siringa con la pappa e gliela avvicinavamo al becco.

Nonostante con Olaf non sia stata presente questa fase, il legame con lui tutt’ora non sembra risentirne. Anzi, sono bastati due giorni che già sembra riconoscerci. Non solo, ama anche tanto farsi coccolare e cerca sempre, in un modo o nell’altro, di attirare la nostra attenzione.

Olaf La Calopsitta sul Trespolo Della Sua Gabbia

Quindi, a questo punto non so se il nostro Olaf rappresenti l’eccezione o la norma, ma mi verrebbe quasi da dire che prenderlo prima o subito dopo lo svezzamento non sembra apporti grandi cambiamenti nel rapporto che si instaura con lui.

Anche se a dirla tutta, io non posso sapere come sarebbe stato nel caso l’avessimo imboccato, ma alla fine, il legame che ho instaurato con lui mi sta più che bene, anzi ha superato di gran lunga le mie aspettative 😉

I Primi Giorni A Casa

Una volta che la calopsitta (o calopsite) oltrepassa la soglia di casa vostra, io personalmente e secondo la mia recente esperienza, cercherei di dargli delle attenzioni, sempre comunque lasciandogli dei ritagli di tempo per potersi ambientare in tutta tranquillità.

Ad esempio, io per i primi due – tre giorni cercavo di parlargli (cosa che faccio ancora oggi) e ogni tanto lo lasciavo salire sul mio dito e lo avvicinavo prima ai beverini dell’acqua e poi lo riportavo alle mangiatoie del cibo. Notavo, che in entrambi i casi, quasi sempre beveva un goccino d’acqua e stuzzicava qualche seme.

Vi chiederete il perché. Ebbene dato che inizialmente, come è giusto che sia, lo trovavo un tantino spaventato e a dirla tutta non sembrava muoversi un granché, cercavo di aiutarlo ad esplorare un po’ in giro. E poi vedevo che mangiava e beveva nonostante fosse sulle mie dita, quindi e come se in un certo senso mi dicesse che per lui alla fine andasse bene.

Molto probabilmente l’istinto lo avrebbe spinto a ricercare da sé ciò di cui aveva bisogno come acqua e cibo, ma mettiamolo così, anch’io cercavo una qualche forma di contatto con lui, affinché potesse familiarizzare con me oltre che con il suo nuovo ambiente.

Penso che i primi giorni sia del tutto normale che si senta disorientato. Ma alla fine credo che, con un po’ di pazienza, tempo e soprattutto con tanto amore, questa rimanga solo una fase iniziale, destinata a durare poco, soprattutto se come noi avete deciso di prenderne una del tipo “allevata a mano”.

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